Il personaggio da indovinare è
Federico II di Svevia
Hai indovinato?

Federico II di Svevia,
scolpito da Emanuele Caggiano
scolpito da Emanuele Caggiano
Dopo i Normanni, il regno di Sicilia passò agli Svevi nel 1194, come eredità di Costanza d’Altavilla, ultima figlia di Ruggero II, che era andata in sposa a Enrico VI, Imperatore della famiglia Hohenstaufen.
La seconda statua di Palazzo Reale però non è quella di Enrico, che peraltro assediò Napoli e ne distrusse le mura, ma quella di suo figlio Federico II, che le ricostruì, fondò a Napoli lo Studium (Università) che porta ancora il suo nome, ed eresse il Castel Capuano.
Federico fu anche Imperatore del Sacro Romano Impero, quando Palermo era la Capitale d’Europa.
Fu conosciuto dai suoi contemporanei con gli appellativi di puer Apuliae (“fanciullo di Puglia“) e stupor mundi (“meraviglia o stupore del mondo“).
Il suo regno di fu caratterizzato da una forte innovazione artistica e culturale.
Alla corte di Federico fiorirono le arti e si iniziò anche una scuola poetica “cortese” in lingua volgere (la Scuola Siciliana).
Anche Federico scrisse alcune liriche, tra cui “dolze lo meo drudo“, che canta nel fumetto.
La seconda statua di Palazzo Reale però non è quella di Enrico, che peraltro assediò Napoli e ne distrusse le mura, ma quella di suo figlio Federico II, che le ricostruì, fondò a Napoli lo Studium (Università) che porta ancora il suo nome, ed eresse il Castel Capuano.
Federico fu anche Imperatore del Sacro Romano Impero, quando Palermo era la Capitale d’Europa.
Fu conosciuto dai suoi contemporanei con gli appellativi di puer Apuliae (“fanciullo di Puglia“) e stupor mundi (“meraviglia o stupore del mondo“).
Il suo regno di fu caratterizzato da una forte innovazione artistica e culturale.
Alla corte di Federico fiorirono le arti e si iniziò anche una scuola poetica “cortese” in lingua volgere (la Scuola Siciliana).
Anche Federico scrisse alcune liriche, tra cui “dolze lo meo drudo“, che canta nel fumetto.
Clicca qui per sentire il brano “Dolce lo mio drudo” estratto da “DANTE MUSICUS 3 – Dante e l’esilio” by SimoneSorini Syrenarum.